07/04/08

ALL'AMORE ASSENTE.

Domenica sera ho visto “ ALL’AMORE ASSENTE” di Andrea Adriatico, gran bel film italiano come non mi capitava di vedere da tempo. Bella la fotografia, intrigante la storia e coinvolgente l’atmosfera. Gli attori sono tutti bravissimi a cominciare dal protagonista principale Massimo Poggio (Cuore Sacro, La finestra di Fronte) fino alla magnifica Milena Vukotic.

È mattina. Andres Carrera non ama cantare mentre si rade o si fa la doccia. Preferisce parlare, rivolgendo a se stesso emozionanti parole. Le stesse che subito dopo sentiamo durante un comizio, in una piazza assillata dalla pioggia. Sì, perché Andres è il ghost writer di Massimo Arati, giovane politico rampante in piena campagna elettorale. La cinepresa si allontana da quei momenti e ci accompagna altrove. Non possiamo sapere quanto tempo sia passato, ma ciò che non passa è la pioggia. Incessante. Un lento scrosciare che ci accompagnerà lungo tutto il film. E sotto la pioggia ci ritroviamo in aeroporto, dove assistiamo all’arrivo di un Investigatore. Sulla strada verso la città è in compagnia di una tassista (Eva Robin’s), curiosa e misteriosa, che cerca inutilmente di scoprire chi sia il suo passeggero. Per prima cosa, l’uomo va in ospedale a trovare Magda (Milena Vukotic), una donna anziana gravemente malata: una visita enigmatica e silenziosa. L’Investigatore (Massimo Poggio) entra poi in un palazzo, forza la porta di un appartamento e comincia a perlustrarlo da cima a fondo. È la casa di Andres. Abbandonata, ma ancora piena di tracce: fotografie, computer, libri, lettere e una collezione di dischi in vinile. È arrivato il momento di conoscere Iris (Francesca D’Aloja), la moglie incinta di Andres. Porta i suoi quarant’anni e la sua gravidanza con disinvoltura: è molto bella, elegante, energica e allo stesso tempo sfumatamente sensuale. È l’ambiziosa manager dell’agenzia di comunicazione , quella dove lavorava anche Andres… marito e impiegato. Sotto la pioggia implacabile, il padre di Andres traccia strani segni nel giardino, perché gli alieni possano riconoscere la casa dove riportare il figlio. L’Investigatore capisce che la soluzione è ormai vicina, basta allungare la mano.

Se avete voglia di 93 minuti di buon cinema andate a vederlo, merita.

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